Con determina dirigenziale n 1031 del 06/12/2019 l’ufficio di Protezione Civile del Comune di Castelbuono ha affidato al Geologo Dott. Alfredo Geraci, libero professionista ed iscritto alla sez. A dell’Albo Regionale dell’Ordine dei Geologi della Regione Sicilia con n. 3264, l’incarico professionale per la revisione ed aggiornamento del piano di emergenza comunale già redatto ed approvato con seduta del Consiglio Comunale del Comune di Castelbuono n. 63 del 15.10.2012 ed operativo dal 7/2/2013.
Le modifiche sostanziali riguardano l’aggiornamento della banca dati a disposizione e le procedure di attivazione dei rischi con l’adeguamento alla normativa vigente.
Il piano di emergenza comunale è uno strumento utile e necessario in caso di emergenza perché in esso sono contenute le procedure operative ed i soggetti coinvolti in caso di emergenza.
Per tale motivo, il presente lavoro rappresenterà sia un aggiornamento del piano di protezione civile sia uno strumento speditivo per intervenire in caso di calamità naturali richiamando nel contempo la normativa e le procedure già descritte nel piano di protezione civile stesso già redatto.
Dopo l’emanazione della normativa nazionale che ha dato corpo al sistema di protezione civile (Legge 24 febbraio 1992, n.225 “Istituzione del servizio nazionale della protezione civile”), le competenze a livello regionale ed a livello locale sono state definite attraverso la L.R. n.67 del 29 dicembre 2003 “Ordinamento del sistema regionale della protezione civile e disciplina della relativa attività” ed i successivi Regolamenti attuativi.
A livello statale, poi, il quadro di riferimento del sistema della protezione civile è stato recentemente modificato con l’emanazione della Legge 12 luglio 2012, n.100, che ha convertito il D.L. 15 maggio 2012 “Disposizioni urgenti per il riordino della protezione civile” e il D.L. n 1 del 02 gennaio 2018 “Codice della Protezione Civile”.
A parte la normativa specifica, interessano la Protezione Civile tutte le norme che riguardano la salvaguardia dell’ambiente, la gestione del territorio, la sicurezza sociale e ambientale, sia se poste sul piano legislativo sia se recate da disposizioni statuarie e regolamentari, come ancora le normative che disciplinano la costituzione, l’organizzazione e le funzioni di enti, organi e organismi operanti in ambito (o anche in ambito) di protezione civile (a titolo di esempio: L. 18 maggio 1989 n.183 sul riassetto del territorio; statuti e regolamenti comunali e provinciali; L.11 agosto 1991, n.266 e D.P.R. 21 settembre 1994 n.613 sul volontariato).
La “Protezione Civile” dunque non costituisce una funzione pubblica tipica: essa consiste soprattutto nella predisposizione, nell’organizzazione e nel coordinamento di strumenti, risorse, attività con finalizzazione alla salvaguardia della vita, dell’ambiente e dei beni dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, catastrofi o comunque eventi calamitosi, anche di natura antropica.
Negli ultimi anni si assiste ad una estremizzazione degli eventi atmosferici divenuti sempre più violenti e dannosi, dovuta al cambiamento climatico e ad un aumento del valore esposto.
L’art. 3 della legge fondamentale precisa in ordine logico e funzionale le “attività ed i compiti” di protezione civile: programmazione (previsione e prevenzione) e pianificazione (soccorso e superamento dell’emergenza, ritorno alle condizioni di normalità).
L’organizzazione del servizio di protezione civile è articolata (art.4 e seguenti) in livelli decrescenti, dove l’attività di quadro è riservata ad organi statali, mentre alle regioni e alle città metropolitane viene riservata una funzione prevalentemente programmatoria.
Il Comune dunque costituisce il nucleo locale più proteso verso l’intervento di emergenza.
E’ pertanto assolutamente necessario che, nell’ambito della pianificazione comunale dell’assetto territoriale, si consideri di particolare importanza il coordinamento dei piani e dei programmi di gestione, tutela e risanamento del territorio con i Piani di Emergenza di Protezione Civile.
Per l’elaborazione del presente aggiornamento del Piano di Emergenza Comunale, la sequenza operativa seguita è stata adattata alla disponibilità dei mezzi, risorse umane e strumentali a disposizione del Comune di Castelbuono seguendo le linee guida disposte dalla Regione Sicilia e basandosi sul cosiddetto “Metodo Augustus”.
La moderna pianificazione di emergenza si impernia proprio su concetti come semplicità e flessibilità. In sostanza: non si può pianificare nei minimi particolari, perché l’evento – per quanto previsto sulla carta – al suo “esplodere” è sempre diverso.
L’importanza delle linee guida del metodo Augustus, oltre a fornire un indirizzo per la pianificazione di emergenza, flessibile secondo i rischi presenti nel territorio, delinea con chiarezza un metodo di lavoro semplificato nell’individuazione e nell’attivazione delle procedure per coordinare con efficacia la risposta di protezione civile.
Nel metodo Augustus sono ben sviluppati questi concetti per le competenze degli Enti territoriali proposti alla pianificazione (per gli eventi di tipo a) art.2 L.225/92), ove viene evidenziato che attraverso l’istituzione delle funzioni di supporto nelle rispettive sale operative (9 funzioni per i comuni) si raggiungono due obiettivi primari per rendere efficace ed efficiente il piano di emergenza:
1. avere per ogni funzione di supporto l’effettiva disponibilità delle risorse fornite da tutte le amministrazioni pubbliche e private che vi concorrono;
2. affidare ad un responsabile della funzione di supporto sia il controllo della specifica operatività, sia l’aggiornamento di questi dati nell’ambito del piano di emergenza.
Le funzioni di supporto, dovranno essere attivate a ragion veduta, in maniera flessibile per far fronte ad immediate esigenze operative durante o prima un evento calamitoso sul proprio territorio attraverso la costituzione di una Sala Operativa comunale.
I responsabili sono solitamente funzionari di medio-alto livello dell'ente/struttura deputata all'esercizio della funzione, ed è da questi delegato a rappresentarli ed a gestirne le risorse attivate in emergenza; la compresenza di tutti i responsabili di funzione rende molto più efficace e tempestiva l'integrazione delle operazioni "joint".
Se la ciclicità degli eventi calamitosi è un fattore costante, l’entità del danno e il tipo di soccorsi sono parametri variabili; per questo si dice che le emergenze non sono mai uguali fra loro, a parità di intensità dell’evento che si manifesta.
Pertanto nel Piano, si devono associare elaborati cartografici, tecnici ed organizzativi di agevole lettura, interpretazione e rielaborazione, che costituiscono il fulcro per impostare ed avviare in tempi rapidi le attività per fronteggiare l’emergenza. Questi elaborati di corredo sono rappresentati da documenti facilmente aggiornabili e modificabili nel tempo, per implementare le informazioni e le conoscenze acquisite, sia a livello territoriale, sia a livello organizzativo/operativo.
Buona parte della ricerca dei dati informativi di questo aggiornamento di piano si è basata sul patrimonio conoscitivo territoriale a disposizione del Comune, su studi di settore preesistenti, sugli studi per l’elaborazione del P.R.G., sui dati dell’ultimo censimento ISTAT, su ogni altro tipo di notizia utile reperita presso archivi, banche dati, ecc..
Altra parte delle informazioni dettagliate necessarie alla formazione della parte conoscitiva è stata raccolta direttamente sul campo, mediante indagini speditive e sopralluoghi, documentazioni fotografiche.

ALLEGATI
Revisione ed aggiornamento del piano comunale di protezione civile

CARTE TEMATICHE:
Carta della viabilità e delle aree di emergenza
Carta delle aree a rischio allagamenti ed esondazioni
Carta delle aree a rischio boschivo e di interfaccia
Carta delle aree a rischio idrogeologico
Carta delle aree a rischio sismico
Tavola di dettaglio del centro abitato
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