Pubblicata la delibera dell'ASAEL

Pubblicata il 18/02/2015

 

E’ URGENTE ED INDISPENSABILE UNA CONCERTAZIONE REGIONE-ENTI LOCALI SULLA STRADA DELLE RIFORME E DEL RISANAMENTO FINANZIARIO PER APPAGARE I BISOGNI DEI CITTADINI E PUNTARE ALLO SVILUPPO”

 

IL CONSIGLIO REGIONALE DELL’ASAEL


PREMESSO che il Documento di programmazione economico-finanziaria (Dpef 2105/2017) elaborato dall’Assessore regionale all’Economia descrive una condizione socio-economica della nostra regione che si avvia al collasso e che sta per raggiungere livelli di crisi mai toccati, mentre le famiglie siciliane sono sempre più povere, crollano i consumi e cresce la disoccupazione, il turismo è un lontano ricordo, insieme all'industria e all'agricoltura e nel contempo non si intravedono segnali concreti di una possibile ripresa dell'Isola e anzi negli ultimi due anni si registra un netto peggioramento;

 

CONSIDERATO che in detto quadro soprattutto il tasso di disoccupazione giovanile, cioè di persone di età compresa tra i 15 e i 29 anni, è arrivato in Sicilia al 46% (nel 2012 era del 41,7%) a fronte del dato nazionale che, sempre alla fine del 2013, si attestava al 29,6%.

 

CONSIDERATO che nel citato documento traspare un accenno autonomista del Governo della Regione, nel momento in cui richiama l’articolo 36 dello Statuto e dichiara di essere favorevole all’applicazione della sentenza della Corte Costituzionale dello scorso anno che, com’è noto, sulla territorializzazione delle imposte ha sancito il principio della capacità contributiva territoriale, unitamente ad altri fattori compensativi;

 

CONSIDERATO che nel contempo il Governo regionale ha subìto l’imposizione dello Stato che, com’è noto, non volendo riconoscere alla Sicilia il diritto alla riscossione delle imposte che, invece, dovrebbero alimentare le casse regionali, rinvia di quattro anni l’applicazione di questa sentenza e di altri contenziosi, determinando una grande falla nelle entrate del bilancio regionale, rendendone molto difficile un piano di equilibrio dei conti per le logiche ripercussioni sulla programmazione dell’azione del Governo in termini sia di spesa corrente che sul piano degli investimenti;

 

CONSIDERATO che rispetto a detta tematica fondamentale ed assolutamente necessaria per un riequilibrio dei piano dei conti della Regione, lo Stato continua a negare alla Sicilia le risorse che le appartengono, malgrado una estenuante trattativa condotta da anni da una Commissione paritetica che non riesce tuttavia a raggiungere l’obiettivo di dare attuazione a delle precise prerogative statutarie;

RITENUTO altresì che negli ultimi tempi si è assistito da parte del Governo regionale ad una politica economica basata per anni a un tentativo sempre più stanco e insufficiente di “vivacchiare”, con pezze messe qua e là, mentre la nave ormai sta per affondare e con una “gestione emergenziale delle problematiche – scrive infatti Baccei – che ha prevalso sulle logiche di programmazione delle azioni, “ concorrendo di fatto, ad un peggioramento del quadro economico complessivo, mentre la spesa produttiva è andata arretrando anno dopo anno”;

CONSIDERATO che anzi in qualche caso persino gli interventi apparentemente virtuosi hanno finito per mettere la Regione ulteriormente in difficoltà con “i continui tagli orizzontali alla spesa corrente – afferma sempre l'assessore – che hanno, di fatto, annullato le spese per il raggiungimento di fini istituzionali, contribuendo a svuotare l'attività lavorativa degli uffici; e se da un lato la contrazione delle spese di funzionamento ha prodotto risparmi, dall’altro il ritardo nei pagamenti ha determinato l’aumento dei contenziosi” stante che ormai la classica coperta è corta ed è ridotta a un fazzoletto;

CONSIDERATO che in detto contesto allarmante i primi soggetti istituzionali che sono destinati a subirne le immediate conseguenze sono i Comuni ed i loro Amministratori, che si trovano, com’è noto, in prima linea nel fronteggiare le domande che promanano dalle comunità amministrate ed a cui per i motivi di cui sopra non possono dare le adeguate risposte ai vari bisogni, soprattutto in una stagione in cui il miraggio del lavoro, come prima detto, è sempre più concreto a causa di una economia che non riesce più a ripartire a causa di una politica degli investimenti ormai al lumicino;

 

RITENUTO ancora che, secondo il punto di vista espresso recentemente dalla Corte dei Conti, i risultati previsti dalle varie spending review operate a cascata dallo Stato e dalla Regione ed abbattutesi sempre più sugli enti locali nel periodo 2008-2013 sono stati raggiunti, ma a prezzi elevati che hanno in definitiva determinato sempre meno servizi, più tasse per compensare in parte le riduzioni dei fondi (solamente quelli provenienti dalla Regione da 900 milioni in atto si sono ridotti a poco più di 300 milioni !!), il crollo degli investimenti e lo sforamento dei conti di bilancio anche a causa della conseguente necessità di ricorrere alle anticipazioni di cassa per superare i buchi di liquidità;

 

RITENUTO che nella nostra Regione ormai sul piano della modernizzazione istituzionale, il riconosciuto primato del laboratorio istituzionale (uno per tutti la legge dell’elezione del Sindaco!!) che si era raggiunto oggi è solamente un lontano ricordo e quindi può essere scritta la seguente ”Agenda delle Emergenze” a cui non si riesce a trovare pronte ed efficaci soluzioni:

 

  • La Riforma delle Province (l.r. 8/2014) che andrebbero sostituite dalle Città Metropolitane e dai Liberi Consorzi di Comuni, evidenza in Sicilia passi indietro rispetto a ciò che oggi accade nel resto del Paese, manifestando nel contempo una arretratezza sul piano culturale e strategico (siamo di già a due proroghe di commissariamenti!!) da parte di una classe politica che si diversifica quindi, in negativo, rispetto a quanto di importante sul piano dell’intuizione e dell’innovazione avevano realizzato i legislatori siciliani degli anni ’80 (governo Mattarella con la l.r.1/79 sul trasferimento delle funzioni dalla regione ai comuni) e degli anni ’90 (elezione diretto dei sindaci con la l.r. 7/91). Il fatto che da qualche giorno si registri un continuo e costante richiamo da parte di varie forze politiche (anche di maggioranza !!) al recepimento in Sicilia, sic et simpliciter, alla Riforma Del Rio, senza nemmeno porsi il problema di varie questioni giuridiche che detto eventuale gesto legislativo determinerebbe, costituisce di certo una “resa della nostra autonomia statutaria”, tanto spesso invocata ed illustrata forse solamente per essere “diversi” dal resto del paese.

 

  • Occorre pertanto forse riconsiderare quello che era stato per tanto tempo un timore e cioè che l’autonomia speciale della nostra Regione potesse tradursi in una sorta di “palla al piede” nella prospettiva avvertita dai siciliani di modernizzare il sistema istituzionale, ad iniziare dai governi locali. Ed in questa direzione, per esempio, andrebbe sollecitata la Regione a compiere una seria riforma, che liberi la stessa da attività meramente improprie e gestionali (vedi la formazione, l’erogazione di contributi,etc..) per trasferirle alle autonomie locali, privilegiando la mission di Ente di programmazione, tracciando e rendendo possibili e concreti gli assi di sviluppo dell’Isola e richiamando la fiscalità di vantaggio quale area insulare dell’Unione Europea e di cui non c’è tuttavia nessuna traccia nel DPEF 2015.

 

  • PRECARIATO: dall’attuale quadro normativo e giurisprudenziale (vedi le numerose e recenti pronunce della Corte dei Conti) in materia emergono aspetti problematici relativi alle procedure di stabilizzazione del personale “precario” per via di ; 1) vincoli imposti dalla normativa nazionale in materia di rapporto del costo del personale rispetto alla spesa corrente; 2) l’opportuna modifica legislativa intervenuta con l’art. 2 della l.r. 2/2015, sull’infelice previgente formulazione dei commi 7 e 9 dell’art. 30 della l.r. 5/2014, ha superato solo parzialmente stante che il riferimento allo squilibrio risultante dall'abrogazione dei contributi finalizzati “sul complesso delle spese di personale dell'ente” comporterà, a conti fatti, che eventuali risorse liberate da cessazioni di personale di ruolo andranno ad essere destinate a pagare i precari; 3) la mancanza di soluzioni strutturali al problema (vedi, ad esempio la soluzione del sovrannumero, inglobare il contributo regionale nell’ambito del Fondo delle Autonomie, ecct); 4) riguardo alla proroga: non è di facile comprensione a questo punto determinare l’ampiezza , in termini numerici, della eventuale proroga cd. “finalizzata” ex art. 30, comma 3 e 4 della l.r. 5/2014, dal momento che non sarebbe più percorribile l’ipotesi sostenuta dall’Assessorato regionale competente in materia della proroga sino al 2016 di tutte le unità di personale;

 

  • preoccupante peggioramento della finanza locale”, messo in evidenza già in occasione del giudizio di parificazione del Bilancio della Regione Siciliana la Corte dei Conti -Sezione Sicilia- che a causa, come detto prima, della progressiva e consistente riduzione dei trasferimenti di provenienza statale e regionale, non è stato sufficientemente tenuto in considerazione la circostanza, come da ultimo rilevato ancora dalla Corte dei Conti (del. 29/2014), che alle Autonomie locali è stato chiesto (e si continua viepiù a chiedere!!) “uno sforzo di risanamento non proporzionato all’entità delle risorse gestibili dalle stesse a vantaggio degli altri comparti amministrativi”, le cui ultime manifestazioni sono avvenute con la contraddittoria vicenda dell’IMU agricola che mette in pericolo ulteriormente la stabilità degli stessi bilanci del 2015. Inoltre viene perpetrato un intollerabile ritardo con cui la Regione eroga i trasferimenti agli Enti locali (nello specifico si attendono ancora le risorse relative al 2014), che produce gravi effetti anche con riferimento alle sanzioni derivanti dal mancato rispetto della normativa nazionale in ordine ai tempi dei pagamenti della P.A. (D.L.vo 9 novembre 2012, n. 192) ed ha prodotto, in taluni casi, insanabili conseguenze con riferimento al rispetto del Patto di Stabilità;

 

  • l’immediata applicazione dei principi previsti dalla “armonizzazione dei sistemi contabili” della P.A. (Decreti Legislativi 118/2011 e 126/2014) nei comuni siciliani, rileva la assoluta mancanza di attenzione da parte della Regione Siciliana sugli effetti nefasti che si concretizzeranno in capo a tutti i Comuni siciliani nei primi anni di implementazione delle dette discipline, con le sicure ricadute in occasione della predisposizione dei bilanci di previsione 2015, comportando insostenibili ulteriori tagli ai servizi essenziali;

 

  • manca una progettualità partecipata dei Fondi europei 2014-2020, alla cui realizzazione è assolutamente necessaria la progettualità concertata fra Regione ed Enti Locali che avrebbero in tal modo la possibilità di individuare soddisfacimenti a bisogni ormai da tempo insoluti dei territori;

 

  • è rimasta altresì nel dimenticatoio l’importante riforma del Sistema Integrato dei Rifiuti e del ritorno della Gestione delle Risorse Idriche in capo ai Comuni, evitando il perpetuarsi una politica del governo basato sul sistema del “Commissariamento e delle Ordinanze” a fronte di leggi di riforma rimaste nel cassetto;

 

  • occorre prendere atto che quotidianamente si registrano episodi di violenza e minacce ad amministratori comunali impegnati per attuare la legalità e lo sviluppo da parte di cittadini esasperati dalla riduzione dei servizi sociali a condizioni da terzo mondo;

 

  • RITENUTO che la recente sortita della Regione disegnata nel prossimo disegno di Legge di Stabilità 2015 circa la c.d. “riduzione dei costi della politica locale”, quale forse “panacea” per i mali della nostra finanza regionale, appare eccessivamente riduttiva, nella considerazione che pur volendo condividere l’equiparazione delle indennità e dei gettoni di presenza degli amministratori locali a quelli del resto del paese, se non la si accompagni parimenti ad una contestuale e doverosa riduzione del “costo della politica regionale”, non si ritiene che possa rappresentare un’azione credibile e quindi appare un atto meramente mistificatorio e propagandistico;

 

Quanto sopra premesso e considerato,

 

IL CONSIGLIO REGIONALE DELL’ASAEL

 

DELIBERA

 

  • di sollecitare una mobilitazione permanente tendente ad avviare una sensibilizzazione nei Comuni siciliani e nei loro Amministratori, affinchè di dette tematiche e delle contestuali condizioni sopra evidenziate vengano informati sufficientemente i cittadini;

  • di chiedere l’avvio di un Tavolo istituzionale di confronto permanente fra Enti Locali e Regione, con il coinvolgimenti di una Rappresentanza della Deputazione siciliana presente al Parlamento nazionale , che dia risposte credibili affrontando i nodi irrisolti a partire dall’attuazione della Legge 42/2009 sul Federalismo Fiscale;

  • di sottoporre il presente documento di protesta e di proposta ad un immediato esame ed alle deliberazioni consequenziali dei Consigli Comunali, con la partecipazione contestuale dei Sindaci e delle Giunte;

  • di inviare le relative delibere di approvazione del documento alle Autorità di Governo regionale e regionali ed ai rispettivi Parlamenti, oltre che all’ASAEL.

 

Palermo 28 Gennaio 2015

 



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