Esercizio attività commerciale sita nell’immobile denominato “Eremo di Liccia”

Pubblicata il 13/08/2013

 COMUNICATO STAMPA DEL SINDACO ANTONIO TUMMINELLO

 

In riferimento alla vicenda in oggetto si rappresenta quanto segue:

  1. con deliberazione del Consiglio Comunale n.33 del 14/4/1999 è stato approvato lo schema di Convenzione tra il Comune e l’Ente Parco delle Madonie in base al quale il Comune di Castelbuono trasferiva all’Ente Parco delle Madonie il progetto approvato dalla Giunta Municipale con delibera n.84 del 30/3/1999 per “…la realizzazione dei lavori di restauro dell’Eremo di Liccia”;

  2. l’impegno dell’Amministrazione Comunale, titolare del diritto di proprietà dell’immobile, così come previsto dall’art.4 della suddetta convenzione era quello di “…concedere l’immobile di che trattasi in uso all’Ente Parco delle Madonie per anni trenta, eventualmente rinnovabili su accordo delle parti, decorrenti dalla data di ultimazione dei lavori” , mentre l’Ente Parco delle Madonie si impegnava ad utilizzare i suddetti locali per “ il perseguimento di obiettivi insiti nelle finalità del Parco ...” secondo la destinazione d’uso dell’immobile “Eremo di Liccia” prevista nel progetto di restauro dalla quale si evince chiaramente e in maniera inconfutabile quali erano gli scopi e gli obiettivi della ristrutturazione, del restauro e dell’uso degli spazi riferiti all’immobile cui trattasi, finalizzati principalmente alla realizzazione di un “centro didattico” e di divulgazione scientifica con le seguenti funzioni:

  • attività pubbliche collettive ludiche e didattiche;

  • attività di studio e di ricerca con lezioni cattedratiche e seminari;

  • attività di conservazione e restauro di un ambiente antropizzato in cui si compenetrano valori naturalistici.

Alla luce delle suesposte considerazioni ogni uso dell’immobile o degli spazi ad esso riferiti differente e in contrasto con la destinazione d’uso prevista e acclarata dal progetto, determina comunque una “non conformità” difficilmente sanabile.

A questo punto la questione sembrerebbe chiara, amministrativamente parlando, perché per questo è stata finanziata dalla Regione l'opera e per questo USO PUBBLICO va utilizzata.

Invece no.

Come si fa a pensare, di togliere la gestione dell’Eremo di Liccia al Consigliere Mario Cicero, in questo caso nella qualità di Presidente del Consorzio Produttori Madoniti (a tal proposito potrebbe essere utile sapere oltre ai noti produttori di birra chi fa parte del consorzio e quale utilità ne hanno mai ricavato, oltre alla nota vicenda dell’organizzazione del noto VIAGGIO IN CANADA). Come si fa a pensare di toglierlo a chi, nel passato nella qualità di Sindaco del Comune di Castelbuono, di Componente del Comitato Esecutivo del Parco, di Vice Presidente di Città del Bio (la struttura nazionale è qualcosa di veramente seria), si aggiudica dopo un procedimento di cui sarebbe opportuno valutarne l’imparzialità, nella qualità di Presidente del Consorzio Produttori Madoniti, la gestione dell’Eremo di Liccia, per matrimoni, comunioni, compleanni, battesimi e altre analoghe manifestazioni ricreative (note attività insite nelle finalità del Consorzio Produttori e, perché no, del Parco delle Madonie) oltre che Bar e Negozio.

Come si fa a non permettere di utilizzare impropriamente un bene pubblico per uso privato magari sottraendolo all’uso pubblico che ne potrebbero fare altri (Amministrazione Comunale, Museo Minà Palumbo, Proloco, WWF…) e espletare concorrenza sleale nei riguardi dei nostri operatori locali nel settore gastronomico e produttivo.

Come si fa a non concedere le autorizzazioni solo perché il bene non ha la destinazione d’uso appropriata (il bene è stato restaurato per altre finalità come si evince da quanto sopra detto).

Come si fa a non concedere tutto al capo di un opposizione dura ed intransigente (verso gli altri ma mai verso se stessi), o al capogruppo dell’opposizione Giuseppe Fiasconaro, che magari sceglie di scendere in campo a difendere il suo “leader”, assolutamente indifendibile per un uomo delle istituzioni.

Ma alla fine una domanda sorge spontanea e mi chiedo, se al posto di essere loro fosse stato un cittadino qualunque a chiedere le predette autorizzazioni senza destinazione d’uso e per giunta su un bene pubblico così concesso, avrebbero fatto la stessa battaglia “ POLITICA” di sinistra.

 

 

Antonio TUMMINELLO
Sindaco di Castelbuono 



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